"Dovevo seguire MORGIA, ecco perchè ho lasciato la LUCCHESE"
Alessandro Tempesti spiega i motivi delle sue dimissioni dalla guida dei Giovanissimi rossoneri
Ha fatto scalpore l'addio alla Lucchese (LEGGI QUA) di un allenatore che era tornato in rossonero a distanza di dieci anni con grande entusiasmo come Alessandro Tempesti. Lui, lucchese purosangue, ha deciso di lasciare dopo appena un mese e mezzo di lavoro.
Cosa è successo? Quali sono i motivi che l'hanno portato a prendere una decisione certamente sofferta? Il tenico non si sottrae a nessun argomento. "Diciamo che tutto è nato dal momento in cui si è dimesso Massimo Morgia: lui l'aveva davvero presa a cuore l'attività del settore giovanile, ci aveva dato delle regole e tutti si lavorava al suo fianco. Dal momento in cui se n'è andato, mi sono sentito solo. Ho valutato tutto e poi pensato che fosse meglio andare via anch'io".
Come ha reagito la società? "Mi hanno chiesto di incontrare Ferrarese (direttore sportivo della prima squadra ndr) che si è dimostrato una persona squisita e gentile. A lui ho spiegato tutto e le problematiche esistenti. E poi come fosse giusto, dopo che Morgia aveva mollato, che lo facessi anche io. Ferrarese mi rispose che capiva perfettamente le mie motivazioni. Successivamente Valiensi, uno dei referenti del settore giovanile, mi ha chiesto se potevo restare fino a domenica scorsa e andare in panchina nella trasferta sul campo dell'Albinoleffe. Ho accettato, poi lunedì soo andatoin sede, ho incontrato Piraino, ho riportato il materiale e firmato la lettera con l'esonero, una procedura che ora mi permetterà in caso di una chiamata, di poter nuovamente allenare in questa stagione".
Tempesti si quasi tolto un "peso" e racconta anche altre cose. "Era giusto far così, anche se tutto questo mi è dispiaciuto, perchè io sono sempre stato un tifoso della Lucchese, però certe cose non erano come mi aspettavo. Abbiamo iniziato ad allenarci al campo di San Filippo, poi ci era stato garantito che saremmo andati a San Vito dove però siamo stati solo per due giorni, quindi ci siamo trovati tutti "accatastati" al "Serpentone" a S. Anna. Cinque squadre in uno spogliatoio senza attaccapanni, spazi angusti per allenarci. Poi avevo chiesto di allenarci di pomeriggio, invece siamo finiti alle 17,30. Onestamente non c'erano le cose giuste per allenarci in una certa maniera".
Così, fino a quando c'era Morgia, certe problematiche si "sentivano" di meno. "E' così. Mi era stato promesso il contratto, ma dovevamo aspettare almeno metà ottobre. Così ho firmato il tesseramento per poter andare in panchina".
Poi una riflessione amara. "Tanto per fare un esempio, domenica siamo andati ad Albinoleffe e mi è sembrato di passare in un altro mondo. Oltre ad aver giocato contro una squadra fortissima, ho assaporato la vera cultura per il settore giovanile. Un impianto avanti nel tempo, spogliatoi dove potevano starci tre squadre, tutto moderno. Questa è la maniera di fare settore giovanile a livello professionistico".
Tutto cose, purtroppo, che a Lucca ci sogniamo... "E' così, inutile nasconderlo. Qua le mancanze sono tante, ognuno tira l'acqua al suo mulino. Sento dire invece che tutto va bene, forse per tanti, ma non per me. Mi dispiace perchè Morgia aveva grande entusiasmo e voglia di fare. Senza di lui mi sono visto perso. E dovevo anche io seguire la sua scelta. E' stata una decisione sofferta, per me tornare nella Lucchese rappresentava molto, ma per fare certe cose serve un minimo di organizzazione, oltretutto se sei una società professionistica".
Ora ci proverà Antonio Bongiorni. "Sono sicuro che lui con la sua esperienza e con le sue conoscenze proverà a migliorare le squadre. Gli auguro di riuscirci, ma sarà dura..."